Matera la citta' ritrovata

Ogn'uno di noi ha una sua personale short-list dove sono presenti i luoghi, i borghi, o le città che si desidera ritornare a visitare, la mia è cortissima ed annovera solo due città, Roma e Londra, questo fino a ieri, perché da oggi in questa breve lista entra a pieno titolo anche Matera.

Quando una città ti ammalia nasce un incantesimo che innesca una vibrante curiosità, parte una ricerca frenetica, cresce la sete di informazioni su quel luogo che ti ha sedotto e catturato, la storia di Matera parte da molto lontano, i primi insediamenti umani risalgono addirittura al neolitico, tra gli 8000 e 3700 anni fa.

Nella lunga storia di Matera è di grande importanza l’influenza della Magna Grecia, influenza che si può ritrovare anche nello stemma cittadino, successivamente è stata terra di conquista dei Longobardi, Saraceni e Bizantini.

Nel XV secolo la città passa sotto il controllo degli Aragonesi, che ben presto la lasciano  in mano al conte Giovan Carlo Tramontano, il conte trascina Matera in una profonda povertà imponendo una pesante tassazione, che alla lunga provoca la ribellione dei Materani che oppressi dalle ingiustizie del conte lo uccisero nel 1514.

Da quel momento Matera vive il suo periodo più florido, grazie all’avvio di molti contatti commerciali con i porti Pugliesi, spingendosi fino a stringere rapporti di collaborazione con la Serenissima Repubblica di Venezia, nel 1663 fu dichiarata capoluogo di Basilicata, questa fiorente stagione termina nel 1806 quando Giuseppe Bonaparte decide di trasferire le competenze a Potenza, da lì parte il declino della città che culmina nel secondo dopoguerra quando Carlo Levi nel suo libro “Cristo si è fermato ad Eboli” porta alla luce quella che fu definita la vergogna d’Italia, i Sassi di Matera.

Da quella ribalta così umiliante e biasimevole parte la rinascita di Matera, e negli ultimi settant’anni la città dei Sassi si è trasformata da un brutto anatroccolo ad uno splendido cigno, nel 1993 i Sassi di Matera vengono riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, e nel 2019 viene designata Capitale Europea della cultura. 

Per concludere Matera è stata ed è un meraviglioso set cinematografico, molteplici i film che sono stati girati nella città dei Sassi, molti, vere e proprie pietre miliari del grande schermo, ma io sono legato ad un film, tra i meno noti di questa lunga lista, un film del neorealismo italiano “Anni ruggenti” del 1962.

Ma torniamo ai giorni nostri, arrivando in auto a Matera, le prime impressioni sono di una città normalissima, con i suoi viali, il suo traffico, il suo via vai, tutto ordinario fino al parcheggio, ma una volta lasciata l’auto, percorrendo un breve tratto a piedi si raggiunge piazza Giovanni Pascoli, e li tutto cambia, un belvedere ci regala un panorama sui Sassi da togliere il fiato… è solo l’inizio.

Un altro breve tratto a piedi per raggiungere "Le Malve Cave Retreat", il nostro splendido hotel nel cuore del Sasso Caveoso, ci accoglie Gianvito, un ragazzone alto quasi due metri che trasmette fin da subito tutto il suo legame con questa splendida terra, ci spiega minuziosamente come visitare al meglio la città, con le dritte anche culinarie, perché Matera non si fa mancare nulla, ed anche sotto l’aspetto enogastronomico è celestiale.

Sotto la guida di Gianvito è partito un itinerario durato tre giorni che ci ha portato a prendere confidenza con la città, ad accogliere il suo fascino inebriante, ad ascoltarla immergendosi nei suoi vicoli, nelle sue cavità, nella porosità del suo tufo, nella sua storia millenaria.

Cosa mi ha colpito di più di Matera? La risposta è fin troppo semplice… tutto, perché è effettivamente così, scavando però nel profondo c’è una cosa che mi viene subito alla mente quando penso a Matera, il rione Casalnuovo, la parte più estrema del Sasso Caveoso, la parte meno turistica, quella dove il tempo sembra essersi fermato, quella più intima, visitare il rione Casalnuovo all’imbrunire o in tarda sera è un passaggio che può legarti indissolubilmente a questa magica città.

Arrivi a Matera da turista, ma quando la saluti quella patina di ospite lascia il posto ad un rapporto molto più confidenziale, più stretto, tanto da sentirti anche tu parte di questa città, tanto da entrare in quella piccola lista, e dire: “Ciao Matera… ci vediamo presto”.

Pasquale Cotugno