Narrazione fotografica dedicata alla sensibilizzazione sullo Stalking

Villa del Bene - Sala ex Scuderie ottobre 2023

Sono passati tre anni dalla prima esposizione di questo progetto dedicato ad un tema delicatissimo e di forte attualità. Progetto che in questi anni si è sviluppato e arricchito di nuovi contenuti.

Dopo le esposizioni di Oppeano e Legnago a Villa del Bene è stato fatto un'ulteriore piccolo step, “Ti amo…” fa ancora un piccolo passo e diventa “Anna e Marco… Ti amo”.

Grazie alla preziosa collaborazione con Villa del Bene e alla sua splendida location sulle rive dell’Adige questo progetto dedicato alla sensibilizzazione sullo Stalking diventerà un’esposizione stabile.

L'intento è quello di raccontare questo tema così delicato, senza riproporre immagini stereotipate di crudele e quotidiana violenza, ma scatti che provino a portare l'osservatore ad una riflessione ed una sensibilizzazione sullo Stalking. 

Da dove nasce l'idea di questo progetto?  Non poteva che nascere da una fotografia, uno scatto casuale fatto al MAXXI di Roma nel 2018. In una sala venivano proiettate alcune immagini e con una amica, abbiamo improvvisato un gioco frapponendoci tra lo schermo ed il proiettore andando così ad inserire delle silhouette all'interno della scena stessa, tra i vari scatti, è saltata fuori questa foto: 

Cosa mi ha colpito di questa immagine?  Sono state le proporzioni, la figura a sx con il telefono domina la scena, la figura al centro  più piccola, molto più piccola, con una postura che sembra dimessa,  scura, soffocata, oppressa, mi ha trasmesso una sensazione di persecuzione e di angoscia, ho pensato: questo è STALKING. Da questo scatto è partito il progetto, un progetto aperto, un progetto che ha il desiderio e forse la presunzione di diventare itinerante, nell’esposizione di Legnago sono state presentate fotografie inedite, scatti realizzati nel 2020 ed anche nel 2021, in piena crisi pandemica. 

Ma perché fermarsi ad una mostra fotografica? Perché non provare a dare voce alle fotografie? Perché non provare a raccontare e raccontando, provare a sensibilizzare ed accompagnare ad una profonda riflessione?

La storia di pura fantasia tratto da un racconto di Luana Marconcin si basa su scatti di strada realizzati in Italia e in Europa, la narrazione racconta la relazione tra "Anna" e "Marco" ed il loro amore pieno di luci e di colori, ma questa loro strada inizialmente piana e luminosa comincia a diventare tortuosa, ad inerpicarsi e a salire fino a diventare cieca.


Prendendo spunto dalla narrazione un approfondimento di Emma Bussola (psicologa), intervenuta al termine dell'evento.  

L’”incastro di coppia” è quella particolare dinamica che precede la formazione della coppia. Si presenta neiprimi istanti dell’incontro tra due persone e ha a che fare con ciò che dell’altro ci colpisce in manieraprofonda ed immediata. Lo vediamo direttamente nelle parole di ANNA e nelle parole di MARCO. In questomomento avviene un intreccio inconsapevole che porta alla scelta reciproca.

E’ la fase di innamoramento, fase fondamentale per la costruzione dell’identità di coppia.In una relazione sana, la fase di innamoramento in cui l’altro è perfetto ai nostri occhi si evolve in una forma di amore più maturo e consapevole: l’altro è diverso da me, è altro da me.

Caratteristica necessaria a questo passaggio è l’esito positivo del proprio sviluppo individuale, passando da una relazione basata sulla soddisfazione dei propri bisogni narcisistici ad un rapporto fondato sulla condivisione e l’empatia, sulla cooperazione e sulla comprensione, nonché sulla libera espressione della propria personalità. Reciprocità e rispetto dell’altro sono i cardini della relazione di coppia. Al contrario, in una relazione “tossica” l’altro perde la sua individualità e viene considerato come un oggetto da possedere.

La situazione inizia a farsi critica dal momento in cui Anna prende coraggio e decide di chiudere la storia con Marco. La paura dell’abbandono che lo perseguitava fin dalle prime fasi della loro relazione si è fatta realtà, ma Marco non può accettarlo (“io e te siamo destinati a stare insieme”).

Il suo unico scopo diventa riconquistare Anna, o meglio, recuperare il controllo perduto: senza Anna, Marco non è niente. Emerge a questo punto l’amore malato (se di amore si può passare) che Marco aveva costruito nei confronti di Anna: “Era il mio modo di amarla che era sbagliato”.

Lo stalking è un fenomeno relazionale: nasce all’interno della relazione tra due individui ed è solo tramite lo studio della relazione che si possono comprendere cause e scopi.Si concretizza in una serie di comportamenti intrusivi e molesti che invadono la vita personale, affettiva e/o lavorativa di un individuo e causano paura e ansia.

I comportamenti messi in atto non hanno di per se una connotazione negativa, ma la assumono dal momento che avviene un rifiuto palese da parte della persona che li riceve. Come riferisce ANNA, trova delle rose rosse sul posto di lavoro, e questo le causa angoscia e paura: un gesto normalissimo che acquista un significato di minaccia e controllo, è un invasione di Marco nei suoi spazi. Tutto ciò può portare a un danno significativo alla vittima, fino a comprometterne l’equilibrio psicologico e il benessere personale.

Concludo rinnovando il forte invito che la narrazione ha voluto portare, cioè l’invito di denuncia e l’importanza di questa, sia nei confronti della persona che si trova nella situazione che per le potenziali future vittime.

E’ fondamentale fare prevenzione e sensibilizzazione sull’argomento al fine di evitare che la vittima possa giustificare o minimizzare atti apparentemente innocui quando in realtà possono essere manifestazione di questo fenomeno tanto vasto e complesso che è lo stalking.


Questo il video dell’inaugurazione del 2021 al Centro Ambientale Archeologico di Legnago. 


Di seguito due delle quattro foto inedite esposte nelle Scuderie di Villa del Bene, solitamente non amo le didascalie nelle foto, preferisco lasciare all'osservatore una sua personale interpretazione, generalmente è sufficiente il titolo ad accompagnare l'immagine. Ma in questo caso la scelta di aggiungere la didascalia ha lo scopo di provare ad immergervi in ogni scatto, nella situazione rappresentata cercando di stimolare una più attenta riflessione.

Le didascalie sono a cura di Luana Marconcin


Mentre sognavo il nostro futuro, lui stava preparando la sua ragnatela...            


proa

Ho bisogno di stare sola e tenermi stretta per ritrovarmi intera...                


A seguire altre foto del progetto

La mia insicurezza mi faceva sentire onnipotente…         


Non sono “amori”, sono legami patologici, fatti di paura, possesso, dipendenza... 

 

Uno sconosciuto che conosco da tantissimo tempo...           


Il dolce ricordo di noi, alimenta rabbia e tormento...               


Una luce in fondo al tunnel? No, per me è stato l'opposto...                


Non sono “amori”, sono legami patologici, fatti di paura, possesso, dipendenza...       


E' possibile visitare l'intera esposizione presso le Scuderie di Villa del Bene durante gli orari di apertura consultabili qui


A conclusione di questo articolo ripropongo il servizio andato in onda su Telearena il 05 ottobre 2020 sulla prima edizione dell'evento svoltasi all'Auditorium  Don Remo Castegini di Oppeano.